Il Folle Volo

Il Folle Volo nella Finestra

di Bruno Sullo e I Santini Del Prete

Il modello culturale basato sull’irriducibilità degli opposti e sul rifiuto dell’altro ha eretto lungo la storia dell’uomo muri invalicabili di odio e di sofferenza. Eppure esiste una linea lungo la quale gli opposti vengono in contatto e, attraverso aperture attraversabili (soglie), possono acquisire reciproche conoscenza e consapevolezza. Uno di questi varchi è la finestra, da molti anni campo d’indagine e di riflessione di Bruno Sullo.

La finestra è posta nel muro perimetrale della casa, divide ma non preclude l’interno dall’esterno, protegge ma non imprigiona, si oppone al buio ma lascia passare la luce: è il simbolo perfetto della comunicabilità e dell’integrazione degli opposti.

La finestra può anche essere il simbolo della mediazione tra arte e non-arte.

La Non-arte, nella definizione dei suoi ideatori I Santini Del Prete, non è la negazione dell’arte, è un suo alter ego, una sua opzione, l’interlocutore privilegiato di un rapporto mediativo nel quale porta la forza  e il coraggio della negatività, e la testimonianza di una artisticità diffusa presente dovunque e in chiunque.

L’arte e la non-arte si incontrano lungo una loro linea di confine, a livello di una soglia attraversabile che è la finestra. E il volo “folle” dei due ferrovieri, che portano in arte la quotidianità del loro mestiere (anche questa è una soglia), si materializza dietro le geometrie concrete della finestra, in un avvicinamento ineluttabile che non potrà non concludersi con l’attraversamento della finestra, della soglia, delle barriere d’incomunicabilità.

Per una vita migliore.

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